Vorrei parlare di una persona che ho avuto la fortuna di conoscere nella mia vita professionale.
Si chiamava Pier Giuseppe (per tutti Pippo), era il direttore del centro di terapia familiare in cui ho trascorso quattro anni di formazione, intensi e trasformativi: un terapeuta straordinario e un uomo di grande umiltà, che insegnava agli allievi i “trucchi del mestiere” in modo unico.
Ci osservava lavorare, ci lasciava sbagliare e riprovare, capiva tante cose di noi ma non sempre interveniva, perché sapeva che, prima o poi, sarebbe arrivato per tutti il momento di prendere le ”misure” e sbocciare. Era protettivo, ma in modo da renderti piano piano responsabile delle tue scelte, e faceva sì che la sua calma diventasse anche la tua.
I suoi silenzi sapevano di stabilità, di infinite possibilità e rendevano le tue radici belle forti, ti sentivi libero di girarti verso i rami e le foglie, e alla fine prendevi il volo.
Adesso lui non c’è più, e il ricordo di quei silenzi mi ha aiutato negli anni a scegliere nuove strade, ad affrontare difficoltà e cambiamenti nella professione: insieme a tanti altri ricordi di vita, più personali, mi ha aiutato a mantenere la tranquillità e la fiducia nelle “infinite possibilità” del mio lavoro.
La calma viaggia per luoghi inaspettati, segue la strada delle esperienze e delle relazioni che ti hanno fatto bene nella vita e dei messaggi che tu sei riuscito a cogliere e a decifrare, a rendere tuoi.
E’ importante che, qualunque cosa accada, ci si àncori alla positività di quelle esperienze, di quelle relazioni, e a se stessi: la calma affonda nella terra su cui camminiamo, prende energia proprio da lì e per coltivarla, per fare sì che ci sia utile quando affrontiamo un fastidioso imprevisto, un intoppo o un grande dolore, è necessario prendersi cura delle proprie radici.
Forse, cercando, ti sembrerà di non trovare nulla laggiù, di avere pochi ricordi di esperienze o persone “buone” nel tuo passato, ma non è così: se guardi indietro puoi prendere atto di ciò che non è andato bene e provare comunque, nel presente, a costruire una mappa di momenti in cui qualcuno o qualcosa ti ha infuso un po’ di serenità, soffermandoti sull’importanza che questo oggi può avere per andare avanti.
Ti propongo un esercizio di scrittura, che si ispira al lavoro meraviglioso di questa autrice :
1. Prendi carta, penna e un po’ di tempo per scrivere.
2. Fai un elenco di persone, esperienze, oggetti cari della vita che a pensarci ti infondono pace e sicurezza (credi di non trovarne nessuno? Ti sbagli!).
3. Chi sono queste persone? Descrivile. Possono essere membri della tua famiglia, oppure no, puoi non vederle da tanto tempo o averle conosciute quando avevi sei anni, non importa: ti sono state d’aiuto allora (e anche adesso, nel ricordo) per ritrovare la calma e la tranquillità.
4. Stessa cosa vale per esperienze e oggetti cari: prendili da qualsiasi periodo della tua vita e sviluppa di ognuno il ricordo, lascia che riprendano vita insieme alle emozioni positive che hai provato nel contatto con essi.
5. Ora concentrati su oggi, su come sei ora: quale caratteristica della tua persona rispecchiano ognuno? In quale difficoltà della vita potranno singolarmente esserti d’aiuto, per poter mantenere la calma e la lucidità?
Provaci, cerca con attenzione e amore.
Per andare avanti devi valorizzare ciò che hai ricevuto dalla tua vita finora, e avere fiducia anche nelle piccole gocce di pioggia, perché le tue radici ne hanno bisogno.
Nuove avventure ti aspettano.
Adesso lui non c’è più, e il ricordo di quei silenzi mi ha aiutato negli anni a scegliere nuove strade, ad affrontare difficoltà e cambiamenti nella professione: insieme a tanti altri ricordi di vita, più personali, mi ha aiutato a mantenere la tranquillità e la fiducia nelle “infinite possibilità” del mio lavoro.
La calma viaggia per luoghi inaspettati, segue la strada delle esperienze e delle relazioni che ti hanno fatto bene nella vita e dei messaggi che tu sei riuscito a cogliere e a decifrare, a rendere tuoi.
E’ importante che, qualunque cosa accada, ci si àncori alla positività di quelle esperienze, di quelle relazioni, e a se stessi: la calma affonda nella terra su cui camminiamo, prende energia proprio da lì e per coltivarla, per fare sì che ci sia utile quando affrontiamo un fastidioso imprevisto, un intoppo o un grande dolore, è necessario prendersi cura delle proprie radici.
Forse, cercando, ti sembrerà di non trovare nulla laggiù, di avere pochi ricordi di esperienze o persone “buone” nel tuo passato, ma non è così: se guardi indietro puoi prendere atto di ciò che non è andato bene e provare comunque, nel presente, a costruire una mappa di momenti in cui qualcuno o qualcosa ti ha infuso un po’ di serenità, soffermandoti sull’importanza che questo oggi può avere per andare avanti.
Ti propongo un esercizio di scrittura, che si ispira al lavoro meraviglioso di questa autrice :
1. Prendi carta, penna e un po’ di tempo per scrivere.
2. Fai un elenco di persone, esperienze, oggetti cari della vita che a pensarci ti infondono pace e sicurezza (credi di non trovarne nessuno? Ti sbagli!).
3. Chi sono queste persone? Descrivile. Possono essere membri della tua famiglia, oppure no, puoi non vederle da tanto tempo o averle conosciute quando avevi sei anni, non importa: ti sono state d’aiuto allora (e anche adesso, nel ricordo) per ritrovare la calma e la tranquillità.
4. Stessa cosa vale per esperienze e oggetti cari: prendili da qualsiasi periodo della tua vita e sviluppa di ognuno il ricordo, lascia che riprendano vita insieme alle emozioni positive che hai provato nel contatto con essi.
5. Ora concentrati su oggi, su come sei ora: quale caratteristica della tua persona rispecchiano ognuno? In quale difficoltà della vita potranno singolarmente esserti d’aiuto, per poter mantenere la calma e la lucidità?
Provaci, cerca con attenzione e amore.
Per andare avanti devi valorizzare ciò che hai ricevuto dalla tua vita finora, e avere fiducia anche nelle piccole gocce di pioggia, perché le tue radici ne hanno bisogno.
Nuove avventure ti aspettano.