Mi sono incuriosita, qualche mese fa, su cosa fosse la "hygge".
"Cosa vuol dire?", ho pensato. E mi è sembrato subito che valesse la pena scoprirlo.
Ho capito che c'entravano le atmosfere intime e accoglienti, le case con le candele e il legno, i colori caldi, le coperte e la luce soffusa; e poi le riunioni tra amici o in famiglia , lo stare insieme godendo delle cose semplici.
Ho capito che in Danimarca si dice "hygge" di qualsiasi cosa faccia stare bene ed essere felici, di ciò che aiuta a trascorrere in serenità i lunghi inverni bui in cui la casa diventa il luogo privilegiato per trascorrere il proprio tempo, in compagnia delle persone care.
La casa, in quest'ottica, rispecchia l'intenzione di condividere il proprio tempo con gli altri all'insegna del rispetto, della generosità, vissuti in un "qui ed ora" quasi sacro.
Quando ho appreso che esistono alcuni libri che spiegano come ricreare la "hygge" a casa propria e che è diventato un metodo per raggiungere la felicità, ho riflettuto su quanto di questo spirito regni già in ogni persona, in modo universale.
Mi sono detta che adesso, come non mai, il concetto di scelta è la chiave: in assenza di un clima che costringe a trascorrere molto tempo al chiuso (come avviene in Scandinavia), bisogna imparare a scegliere cosa davvero può farci bene.
Prendere tempo per dedicarsi agli affetti, cucinare quello che piace, lasciare spandere per casa i profumi amati, valorizzare i piccoli piaceri e circondarsi di persone care: sono tutti esempi di pratiche che scaldano il cuore e che migliorano la vita, nel momento in cui si scelgono.
Dunque la differenza sta nella capacità di accorgersi che cosa fa sorridere, creare l'apertura attraverso cui lasciarlo passare e riproporsi di accoglierlo ogni giorno.
Mi sono anche chiesta in quale misura accrescere questo spirito potrebbe aiutare ad affrontare meglio le difficoltà della vita.
La "hygge" può aiutare, certo. Ecco come:
- imparando a staccare dai problemi per immergersi nel calore domestico e nel relax di piccole, belle abitudini
- coltivando le relazioni con gli altri, perchè come ho ripetuto più e più volte da soli non si può fare tutto, ma è anche vero che mantenere vivi gli affetti è un impegno che richiede serietà.
- guardando, e vedendo, le piccole cose, come punto di partenza per rigenerarsi e riflettere.
- stabilendo un contatto con la natura e facendo il pieno di bellezza attraverso momenti all'aria aperta.
Io credo che creare un quotidianità che renda sereni, nella quale rifugiarsi e ricaricarsi, non sia affatto un compito che richieda la lettura di un libro.
Lo so che sembra la scoperta dell'acqua calda, ma un po' non lo è, perchè su questi manuali le persone si tuffano, neanche fosse il Sacro Graal.
Ed ecco che dopo poco si trasformano, da semplici e interessanti guide, in modelli di vita perfetti e inarrivabili, frustranti oserei dire.
Quello che invito a leggere, con molta sincerità e attenzione, sono i propri desideri e i motivi per cui non ci si concede di realizzarli, ad esempio.
Oppure i motivi per cui si ha paura di prendersi del tempo per guarire le ferite, senza preoccuparsi troppo di correre o di ciò che penseranno gli altri.
Sono tutte cose che si possono e si devono scegliere, allora che "hygge" sia, senza candele nè coperte.
Dimmi: qual è stata, finora, la scelta quotidiana che ti ha reso e ti rende più felice?