Hai il dovere di accettare di sbagliare.
Non accettare un tuo errore significa non prendertene realmente il carico, e il senso di colpa nel tempo diventa una pericolosa protezione.
C'è un gran bisogno di antidoti alla rimuginazione, all'autocolpevolizzazione fine a se stessa: è naturale rifugiarcisi all'inizio, non lo è più rimanerci e non liberarsene, o al contrario minimizzare l'accaduto.
Accettare un errore commesso significa:
- prendersene la responsabilità
- deciderne il destino
- lasciarlo andare per guardare avanti.
E' anche molto faticosa come scelta, perchè implica chiudere con la situazione che l'ha generato, interi capitoli di vita che vanno archiviati per aprirne di nuovi.
Hai il dovere di accettare che anche chi è intorno a te sbagli.
Quello che preoccupa molto le persone, ripensando ai propri errori, è il giudizio degli altri: quest'ultimo è un riflesso di ciò che pensano di se stesse, della severità con cui si giudicano e dietro cui, con caparbietà, si nascondono, per paura di mostrarsi imperfette.
Ma è l'imperfezione che ci salva, dice la ricercatrice americana Brene Brown.
E' la caratteristica che accomuna tutti noi ed è il sale delle nostre relazioni.
Quando riesci a trovare il cuore, il coraggio di mostrarla e di cercarla negli altri, allora anche gli errori acquistano un significato nuovo e puoi davvero voltare pagina.
Queste sono persone di tutto cuore, che vivono con questo profondo senso di dignità. Così ho scritto sulla cartellina. (...)Ed ecco cosa ho scoperto. la cosa che avevano in comune era un senso di coraggio. (...)Per cui queste persone avevano, semplicemente, il coraggio di essere imperfette. Avevano la compassione di essere gentili con se stessi prima, e poi con il mondo, perché, come dimostrato, non possiamo essere compassionevoli con altre persone se non riusciamo a trattare bene noi stessi. E l'ultima cosa che avevano era connessione, e qui viene la parte difficile, come conseguenza dell'autenticità, avevano la volontà di abbandonare il sé ideale per essere se stessi (...).